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Studio ginecologico

Postmenopausa

Nella fase di postmenopausa, il periodo di vita che intercorre tra la menopausa e l'inizio della terza, quarta e quinta età è indispensabile preservare lo stato di salute e ridurre l'insorgere di disturbi correlati.

La donna nella postmenopausa

Dopo la menopausa, quando il decadimento psicofisico si fa sentire

Osteoporosi, ipotrofia-secchezza vaginale, cistiti ricorrenti da atrofia genitourinaria, incontinenza urinaria, sarcopenia (perdita di tessuto muscolare), perdita della memoria decadimento psichico, sono tutte patologie che possono affliggere la donna in postmenopausa (dopo i 65 anni), se non si è fatto nulla per prevenirle.

Ancora una volta la donna è chiamata a partecipare al processo decisionale, assumendosi anche scomode responsabilità che le derivano dalla sua autonomia, ma anche a “sfruttare” le competenze del medico per fare insieme scelte appropriate.

Osteoporosi, atrofia genito-urinaria, decadicmento cognitivo, psichico e fisico patologie che possono riguardare la donna in postmenopausa e possono dipendere da:

  • che vita hai condotto?
  • hai fatto movimento fisico? Palestra? Camminate?
  • hai investito nel tuo cervello?
  • hai abusato di fumo, alcool?
  • e il tuo lavoro?
  • e la tua famiglia?
  • hai malattie ereditarie?
  • hai curato l’alimentazione?
  • hai combattuto il sovrappeso? La sedentarietà? La pigrizia?
  • hai cercato di informarti sui fattori di rischio cardiovascolari?
  • hai fatto prevenzione?
  • quale prevenzione?
  • hai fatto un’operosa manutezione?

Atrofia vulvo-vaginale o sindrome genito-urinaria, terapie per non rinunciare all’intimità

Si calcola che una donna su due sperimenti questo problema attorno ai 50 anni, valore che raggiunge l’80% oltre i 60 anni. La condizione ha un impatto anche sulla vita sessuale: molte donne rinunciano all’intimità di coppia proprio a causa di questa condizione.

Sintomo importante della menopausa, spesso taciuto per imbarazzo e pudore, è la secchezza vaginale che può accompagnarsi a dolori nell’intimità sessuale, a cistiti ricorrenti ed incontinenza urinaria, soprattutto da urgenza, tutti sintomi destinati a peggiorare nel tempo.

In assenza di estrogeni, i tessuti genito-urinari si impoveriscono di fibre elastiche e di collagene con una progressiva disidratazione, così come avviene a carico della pelle.

Molte donne in menopausa soffrono di sintomi legati all’atrofia vulvo-vaginale. La carenza di estrogeni dopo la menopausa determina profonde alterazioni nella struttura dei tessuti vaginali con assottigliamento delle mucose, modificazioni del pH vaginale, secchezza e ridotta lubrificazione.

Tutto questo si traduce in dolore e difficoltà nei rapporti sessuali, fastidio durante le attività quotidiane ed una maggiore suscettibilità alle infezioni vaginali e urinarie. Recentemente questi sintomi sono stati compresi nel termine di sindrome genitourinaria della menopausa proprio per sottolineare che si tratta di un insieme di sintomi che coinvolge diversi distretti, con modificazioni della vulva e della vagina.

Le donne spesso non parlano di questo problema al ginecologo e ignorano che i sintomi sono causati dal deficit estrogenico e come tali curabili.

La terapia ormonale sostitutiva sistemica è efficace per il controllo di tutti i sintomi della menopausa, compresa l’atrofia vulvo-vaginale, ma non viene in genere prescritta come prima scelta per una donna che lamenti esclusivamente sintomi vaginali.

In questi casi le linee guida sono concordi nel ritenere che la terapia estrogenica vaginale sia di prima scelta, con una risposta positiva nell’80-90% delle pazienti. Il trattamento riduce anche le infezioni urinarie ricorrenti e allevia il senso di urgenza urinaria che spesso affligge le donne in menopausa.

Sono oggi disponibili numerose formulazioni sotto forma di ovuli e creme. L’assorbimento degli estrogeni è minimo con l’applicazione vaginale, in particolare con i preparati a basso dosaggio, oggi preferiti in quanto capaci di ottenere risultati efficaci.

Una recente modalità di trattamento che non prevede l’assunzione dei farmaci è costituita dall’utilizzo del laser, da tempo impiegato in dermatologia e in chirurgia estetica. Esistono due differenti tipi di laser, (a CO2 e a Erbium), con caratteristiche differenti, ma con risultati analoghi e molto positivi, sia sui sintomi genito-urinari, che sull’attività sessuale.

Per entrambi i laser mancano dati sulla durata dell’effetto benefico nel lungo termine, oltre i 6-12 mesi. In conclusione oggi la donna che deve affrontare il problema dell’atrofia vulvo-vaginale in menopausa, può disporre di un ampio spettro di scelte che possono garantire una terapia personalizzata, “su misura”, efficace e sicura.

Salute dell’osso osteporosi: salute osteoarticolare in menopausa

La donna deve continuare a fare attività fisica, specie se l’ha sempre fatta, purché commisurata all’età: sessant’anni non sono trenta, anche se ci si sente ancora ragazze. Bene quindi la palestra, le camminate, lo sport leggero: questi infatti permettono di mantenere una buona salute osteoarticolare in una fascia di età in cui inevitabilmente gli sconvolgimenti ormonali hanno un impatto anche su articolazioni, ossa e muscoli.

Purtroppo ancora oggi l’impatto della carenza degli estrogeni dopo la menopausa sul sistema osteoarticolare è visto con scarsa attenzione dalle pazienti ma anche da molti medici.

Un primo effetto degli ormoni sulle ossa è la perdita di statura, la cui causa più importante è la riduzione dello spazio tra le vertebre dovuta all’assottigliamento dei dischi intervertebrali. Questi infatti sono costituiti da sostanze (collagene, elastina e proteine) che trattengono acqua garantendo l’idratazione ottimale.

Tutte queste componenti sono prodotte da cellule (fibroblasti), la cui attività è regolata anche dagli estrogeni. Senza questi ormoni, la loro funzione si riduce nettamente e i dischi cedono anche per disidratazione (gli estrogeni mantengono l’acqua nei tessuti).

Teniamo presente che questa riduzione di statura aumenta ancora di più in caso di osteoporosi perché in questo caso alla diminuzione di volume dei dischi intervertebrali si unisce il collasso dei corpi vertebrali stessi dovuto alle microfratture prodotte da questa patologia che spesso inizia proprio con la menopausa.

C’è poi l’artrosi: se infatti prima della menopausa questa condizione riguarda allo stesso modo uomini e donne, dopo triplica nelle seconde. Non a caso dopo la menopausa le donne lamentano spesso frequenti dolori articolari, soprattutto alle spalle. Anche per questi disturbi gli estrogeni si confermano ottimi alleati.